giovedì 13 febbraio 2014

Giornata uggiosa e decisamente invernale ieri, con tanto di pioggia e vento freddo. Passeggiando in zona Massimo (il terzo teatro d'Europa a voler essere fiscali) mi dirigo, dopo i miei soliti giri in libreria, verso la macchina posteggiata in via Tunisi e lì... Sorpresa: mi imbatto nella facciata di un palazzo deturpata da scritte poco fini, ma vengo colpita da quello che ne è stato fatto di una targhetta che recita "Vietato l'affissione".
L'artista ha creato un "Frame" come si legge nella foto: mi ha colpito perché sembra che il divieto d'affissione sia stato disegnato, invece è una targhetta in rilievo sul muro. L'artista ha applicato una cornice dietro la targa, facendo in modo che sembrasse un tutt'uno. Davvero geniale.

martedì 11 febbraio 2014

Dusty Pages in Wonderland: Selfpublishing d'autore: Rita Charbonnier racconta...: Domenica pomeriggio, giornata uggiosa e ventosa, degna del setting di un romanzo delle sorelle Brontë. Sono circa le 17.30 quando quel po...





Il mio articolo su Dusty Pages in Wonderland!
Dusty Pages in Wonderland: “Le bussole” Guanda e “I più grandi tra i Grandi L...: Due interessanti iniziative giungono in libreria e nei grandi store online. La casa editrice Guanda crea un’iniziativa molto partic...

venerdì 31 gennaio 2014

... comes to an end.


Sono quasi le due e mi sta pulsando la testa. La serata è stata piacevole e mi ha rilassato rispetto a tutto quello che è successo durante la giornata. Stare con una persona che ami riesce a capovolgerti l'umore ma, inevitabilmente, quando torni a casa, torna a galla tutto quello che ti è successo.
Giornata pessima: ti sei resa conto di esserti sbagliata riguardo una persona a cui volevi bene; invece di ricevere spiegazioni, hai subito anche un colpo basso; hai fatto un inutile colloquio di lavoro che ti fa nuovamente venir voglia di "evadere".
Per fortuna c'è anche il buono: per un legame che si perde, alcuni si rafforzano, e questo è meraviglioso.
Ho deciso che questo legame vada perso, perché non posso essere sempre io quella che va dall'altra persona quando ho ragione, sono stufa dell'accondiscendenza.
Sono una persona che non si lamenta, quando sta male. Semmai mi sfogo, e finisce tutto. Se non riesco a sfogarmi, getto le mie frustrazioni sul cibo. Sono fatta così. Ma a quanto pare non rompere le scatole è ritenuto indice di indifferenza rispetto ciò che stanno attraversando gli altri, e se racconti solo cose belle e positive, allora vuol dire che stai bene, è tutto apposto. Non stai perdendo peso per lo stress e non ti senti una nullità. No... non puoi mica capire il dolore degli altri. Se non ti lamenti, sei felice. Se ti lamenti, sei lagnosa. Se ti importa di qualcuno, sai che sta male e chiedi come stia, sei invadente e irrispettosa, se invece gli lasci spazio allora sei menefreghista. Ma... la mezza misura? Dov'è?
Dobbiamo sforzarci di capire che nulla giustifica il nostro cattivo comportamento nei confronti degli altri, né il malumore, né i problemi che ci affliggono. Nessuno è fatto per accettare ad oltranza comportamenti di un certo tipo, a meno che non sia profondamente masochista.
Ho scelto, in un periodo brutto, di rispettare me stessa e tenermi stretti quelli che reputo amici e che rispettano questo legame, tutti gli altri rimangono nel confine delle conoscenze. Ho scelto di somatizzare di meno e vivere di più.
Torno alla mente a due orette fa, mentre due persone innamorate guardavano l'ultima puntata di "How I met your mother" abbracciate. E subito mi ritorna il sorriso, perché almeno da questo punto di vista, le cose vanno più che bene. Rifugiarmi in questo pensiero romantico è quello che mi ci vuole proprio... ma c'è anche il cornetto caldo comprato per la colazione di domani mattina che continua ad invitarmi col suo profumo.
Resetto l'olfatto e ritorno alla scena mentale dell'abbraccio. D'accordo. Ora posso andare a dormire.

giovedì 30 gennaio 2014

Salve a tutti, questa pagina nasce oggi su suggerimento di Silvia, ma anche per un bisogno di sfogare la frustrazione degli ultimi mesi, o semplicemente per dire un po' la mia su qualsiasi cosa mi passi per la testa.
Alcuni di voi mi conoscono come collaboratrice del "Dusty Pages in Wonderland", per il quale scrivo ormai da quasi due anni, dando sfogo alla mia passione per la lettura.
Qui non parlerò di libri, o almeno non per tutto il tempo... Sarà più che altro un luogo dove depositare i miei pensieri circa ciò che mi accade o ciò che mi circonda.
Ad ogni modo, se per voi sono una perfetta sconosciuta, passo alle presentazioni.

Mi chiamo Valentina, ho 26 anni e sono una laureanda. Ho fatto una serie di scelte discutibili, ma non sbagliate, riguardo i miei studi, cosa che non rinnego perché mi ha portata ad essere quello che sono: ho scelto il liceo scientifico perché amavo la matematica, ne sono uscita odiando profondamente le materie scientifiche, con l'idea di iscrivermi alla facoltà di "Scienze della Comunicazione" o di "Lingue e culture moderne". La prima è stata la scelta che ho fatto, e mi è sembrata la più sensata: amo quello che studio, molto più completo (non me ne voglia chi frequenta la facoltà di Lettere) a mio parere rispetto alla seconda opzione, perché permette di fare i conti con la Sociologia, il Diritto e materie di carattere linguistico - Semiotica, Linguistica, Storia comparata delle culture e le varie lingue straniere. Non sto a raccontare il tempo perso a causa dell'Università, di indisposizioni varie, periodi difficili. Vi basti sapere che la vita dello studente la si capisce solo se si è studenti, e che se ad alcuni appariamo come dei perdigiorno dediti al fancazzismo, questi non meritano alcuna considerazione. Con questo non voglio dire che non ce ne siano tanti di fancazzisti - ultimamente ho avuto modo di conoscere persone iscritte all'università solo per occupare una sedia, senza nessuna voglia d'imparare; di contro, però, ho avuto modo di sperimentare la bellezza di essere in un gruppo di persone che vogliono trarre il maggior beneficio da ciò che si può imparare.
Ho vissuto in luoghi diversi d'Italia, sperimentato tre realtà diverse, e la mia volontà di "evadere" da questo paese è tanta. Vorrei vivere in un paese anglosassone, lavorare nel mondo dell'editoria. Non fare la scrittrice, ma occuparmi di tutto quello che sta nel backstage della pubblicazione.
Passiamo a dire qualcosa di più astratto. Sono una persona solare, scherzosa e amichevole. A volte ho i miei momenti no, ma sto imparando a gestirli sfogandomi, piuttosto che tendere all'accumulo di negatività. Difficilmente capita che io sia irrispettosa con gli altri, ma se ciò si manifesta è perché deve essere in qualche modo motivato. Amore, famiglia e amicizia sono al primo posto nella scala dei valori: quando tengo a qualcuno mi preoccupo per lui/lei e faccio di tutto per essere di conforto/supporto.
Ho tante aspirazioni, ma sono molto insicura, anche se non mi manca la volontà di mettermi in gioco. Voglio essere indipendente, ma legata in qualche modo agli altri. Credo sia importante essere consapevole di ciò che si è per capire cosa si vuole da qualsiasi tipo di relazione.
Sto vivendo un periodo di alti e bassi, mitigato dall'avere al mio fianco persone che mi sopportano e che mi fanno capire che in fondo non sono sola e ho il loro sostegno. Le cose potrebbero andare meglio, ma in fondo non vanno nemmeno tanto male.
Ecco. Questa sono io, questo è il mio primo post, questo è il mio blog.
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